giovedì 22 settembre 2011

Bambini che fanno finta di essere tali

L'articolo 12 della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia afferma che i bambini ed i ragazzi hanno il diritto di essere gli attori della propria vita e di partecipare alle decisioni che li riguardano, mettendo in discussione in modo profondo e radicale gli atteggiamenti che danno per scontato che i bambini e i ragazzi debbano essere visti ma non ascoltati. 
Articolo 12 che in molti Paesi del mondo non è, purtroppo, tenuto per niente in considerazione, visto il numero cospicuo di bambini, che adempiono “lavori”, o presunti tali, di ogni genere. Ovviamente la gamma è abbastanza ampia e va dal lavoro domestico ai lavori forzati, dallo sfruttamento sessuale all’impiego nelle industrie e nelle piantagioni, passando per i lavori di strada o quelli familiari.
L’Anice propone una distinzione, per distinguere appunto le suddette “attività” distinguendo child labour e child work. La differenza sostanziale sta nel fatto che il child work interpreta il lavoro minorile leggero che comunque non ostacola l’istruzione e, anche se con difficoltà, nemmeno lo sviluppo del bambino; mentre il child labour è quello che noi definiamo in tutta sostanza lo sfruttamento minorile e del lavoro dei minori.
E’ chiaro che tale situazione, tale piaga mondiale, si manifesta per lo più nei paesi più poveri, perché è nella povertà che va cercata la maggiora causa, la necessità cioè, di sfamare una famiglia con molti disagi. Senza dimenticare ovviamente che la situazione peggiore è in quei Paese sottosviluppati dove ad avere disagi non è la famiglia in questione ma lo stato che del lavoro minorile ne fa di conseguenza una sponda su cui produrre beni, o meglio sostenere il debito.
Infatti, le statiche ci dicono che in Asia ed Africa, oltre che in America Latina e Medio Oriente assistiamo all’esasperazione di questo male.
In Africa il fenomeno appartiene al giro del raket, al mercato degli schiavi, ancora molto fiorente, mentre in Asia il lavoro minorile rappresenta un vero e proprio modello produttivo in quanto “i bambini costano meno e resisto alle malattie”. I piani più sviluppati non sfuggono al problema, anche l’Europa, soprattutto quella dell’Est, e anche in Italia molti minori adempiono lavori che nella stragrande maggioranza dei casi comunque non impediscono loro di istruirsi e svilupparsi senza problemi.
Chiaro che la soluzione è di diffide attuazione. Riconosciuto da tutti che l’istruzione è l’unico mezzo per abbattere questa piaga, allo stesso modo come è presente a tutti il fatto che passeranno anni prima che il mondo possa accantonare questa piaga nelle pagine di storia del passato, considerando pure che ogni Paese reagisce in maniera diversa e con vedute che non vanno oltre i propri confini, e dove “molti bambini fanno finta di essere tali”.

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